Sviluppare un metodo di studio efficace.

Un classico schema della psicologia distingue fra apprendimento incidentale e apprendimento intenzionale. Si ha apprendimento incidentale quando si è esposti a determinate esperienze il cui scopo primario non è quello di generare un apprendimento (ad esempio si va al cinema per godersi uno spettacolo, si ascolta una persona che parla) e tuttavia ci si trova ad aver imparato cose nuove. Si ha invece apprendimento intenzionale quando, deliberatamente, ci si impegna per imparare cose che non si conoscono. Da un certo punto di vista, l’apprendimento incidentale è fondamentale, dal momento che interessa, spesso in una condizione automotivante, gran parte delle esperienze che portano l’uomo a costruire il suo sistema di conoscenze. Tuttavia esso non è sufficiente, perché dipende da fattori parzialmente casuali e difficilmente è in grado di produrre conoscenze puntuali e altamente organizzate. Se, infatti, è vero che il alcuni casi l’apprendimento incidentale porta a risultati migliori dell’apprendimento intenzionale (ma questo si verifica specialmente in casi di demotivazione e cattivo metodo di studio), normalmente l’apprendimento intenzionale produce effetti più rapidi e solidi. La scuola impegna spesso gli alunni in sforzi di apprendimento intenzionale più o meno intensi, in parte durante l’attività che si svolge in classe, in parte attraverso richieste di studio individuale. L’impegno intenzionale, tuttavia, non è necessariamente oneroso o spiacevole, dal momento che un individuo può essere intrinsecamente motivato a imparare cose nuove. Capita infatti di poter osservare ragazzi che, in breve tempo e con poca fatica, studiano la materia loro assegnata per casa. Oppure può capitare di vedere ragazzi che di loro iniziativa si mettono a studiare testi che reputano interessanti. A questi esempi fanno da contraltare altri in cui compaiono, ripetutamente e ossessivamente, svogliatezza, noia, distrazione, lentezza, ritardi, stanchezza, squilibrio nella quantità di tempo assegnato alle varie materie ecc. In tutti questi casi è lecito sospettare che manchi un metodo di studio adeguato. Esiste ormai un corpus ampio di indagini sui processi di studio (Hartley, 1998). Queste indagini hanno affrontato tematiche quali il rapporto fra studio e contesto sociale, differenze di genere, relazione con gli stili cognitivi, implicazioni del contesto, abitudini di studio, idee che lo studente sviluppa sullo studio, ruolo di specifiche strategie. Un aspetto particolarmente importante riguarda l’atteggiamento meta cognitivo motivazionale il cui impatto sull’efficacia del metodo di studio può essere straordinario (De Beni e Moè, 2000). A seguito di queste iniziali considerazioni, è necessario che ci sia un impegno a sviluppare la capacità di apprendere degli studenti, insegnando loro strategie di apprendimento e di studio. La nozione di strategia è stata variamente analizzata e definita dagli psicologi. Essa, in generale, si riferisce ai casi in cui una situazione può essere affrontata in modi differenti: questi modi possono essere considerati strategie se hanno finalizzazione, regolarità e controllo (più o meno consapevole). Molte ricerche hanno mostrato come lo sviluppo delle capacità di memoria vada di pari passo con lo sviluppo di capacità e propensione all’uso di strategie, a partire da quelle più semplici di ripetizione del materiale fino a quelle più complesse che richiedono una sua organizzazione. La ricerca si è quindi impegnata nell’individuare i principi di funzionamento mentale che stanno alla base degli effetti positivi delle strategie. Questi principi sono ovviamente vari, quanto varie sono le strategie che si possono usare, ma quasi tutti in qualche modo rimandano al principio generale che un soggetto che eserciti un controllo attivo sul processo di apprendimento impara meglio e di più di un soggetto passivo e che una maggiore elaborazione produce generalmente una memorizzazione migliore. Rowher e colleghi hanno fatto riferimento al principio della generatività per il quale quanto più una strategia mnemonica implica la riformulazione di una determinata informazione o la generazione di ulteriori informazioni non contenute nel testo, tanto più essa migliorerà l’apprendimento. Questo principio ci ricorda soprattutto l’importanza di una buona codifica dell’informazione. Ad esso potrebbe essere associato un secondo principio che ci ricorda che un’informazione sarà facilmente recuperata dalla memoria, quando necessario, se, nel momento in cui la memorizziamo, includiamo il riferimento agli indizi che ne permetteranno un agevole recupero. A partire da queste indagini si sono sviluppati gli sforzi di insegnare ai ragazzi un certo numero di strategie. Un programma di insegnamento di strategie si propone di dare al ragazzo un repertorio di strategie, ma anche di metterlo nelle condizioni di usarle efficacemente. Le strategie di apprendimento utilizzate nell’attività di studio sono: a. motivazione allo studio b. organizzazione del lavoro personale c. uso dei sussidi d. elaborazione attiva del materiale e. flessibilità di studio f. partecipazione in classe.

 

 

Motivazione allo studio

Essere motivati a svolgere un’attività vuol dire avere la giusta spinta a concluderla in modo soddisfacente, riconoscendo che: – la motivazione è la forza che spinge a fare; – ci sono due tipi di motivazioni: intrinseche ed estrinseche; – è possibile creare volontariamente una motivazione cercando una possibile utilità dell’attività richiesta. 2. Quando il compito o materia non è abbastanza attraente può diventarci meno ostile se riusciamo a vedere alcuni suoi benefici anche a lunga scadenza. 3. Avere o creare una motivazione per ogni nostro impegno è un segreto per riuscire meglio a dimostrare maturità.

Organizzazione del lavoro personale

Il ragazzo deve riuscire a riconoscere che: 1. il lavoro organizzato è più efficace 2. Organizzare e dosare il lavoro significa riuscire bene spendendo la giusta quantità di energie per: – studiare rispettando le regole dell’apprendimento per sperimentare gli effetti del proprio lavoro – progettare i tempi di studio per constatare che nel pomeriggio si riescono a conciliare doveri e piaceri 3. fissare obbiettivi da raggiungere è un modo efficace per conseguire buoni risultati e avere idee chiare per procedere passo dopo passo.

Uso dei sussidi

E’ stato riconosciuto come uno studente consapevole e attivo riesca ad avvalersi fattivamente dei sussidi associati al testo. Dalla ricerca emerge il suggerimento che non solo si debba imparare ad utilizzare i sussidi di base, ma anche a riconoscere come usarli e capire quando essi siano utili. Le immagini o le didascalie possono essere utili ma anche confondere: bisogna capire quando e come servirsene.

Elaborazione attiva del materiale

Molti studiosi contemporanei dell’apprendimento hanno messo in luce come il concetto di elaborazione attiva sia una chiave generale di interpretazione di moti principi che facilitano la memorizzazione, quali la profondità della codifica, l’uso di strategie di reiterazione, mediazione, organizzazione, la contestualizzazione dell’informazione. Questi specifici principi mnestici sembrano entrare in gioco quando le condizioni del compito lo stimolano e il discendente ha la disposizione cognitiva adeguata. Attività di memorizzazione dei numeri di telefono da proporre durante la diretta.

Flessibilità di studio

Quello che ancora sfugge a molti ragazzi è che si può e si deve leggere e memorizzare in maniera diversa a seconda degli obbiettivi. Lo studio, quale attività complessa e finalizzata al superamento di una prova, richiede non solo un’abilità di lettura flessibile mirata alla comprensione e una memoria agile, ma anche la capacità di organizzare le attività in maniera autonoma rispetto a tempi, compiti, materiali e caratteristiche cognitive individuali. Provare a memorizzare questi 3 numeri di telefono Professoressa di lettere tel 0646576879 Professoressa di Tecnologia tel 0631425364 Professoressa di Matematica tel 0626374859 Partecipazione in classe Uno stile attivo di partecipazione al lavoro didattico e un’attiva elaborazione di quanto viene proposto in classe costituiscono sicuramente atteggiamenti fondamentali per uno studente. Molte ricerche si sono occupate della passività di taluni ragazzi specialmente adolescenti o con difficoltà di apprendimento. Appare quindi estremamente importante cercare di modificare lo stile di partecipazione e al tempo stesso l’atteggiamento che vi può essere alla base.

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